sabato 27 novembre 2010

Irlanda: 100.000 in marcia contro il salvataggio lacrime e sangue

Tutti si chiedevano perché gli irlandesi non si ribellassero al tentativo di far pagare ai lavoratori le follie del sistema bancario. Ieri dall'isola verde smeraldo è arrivato il primo segnale di risveglio, quando in più di 100.000 (in un paese di 4 milioni e mezzo di persone) hanno marciato per le strade di Dublino per protestare contro il «piano di rigore» messo a punto dal governo di Brian Cowen come contropartita al prestito da 85 miliardi promesso dal Fondo monetario internazionale (Fmi) e dalla Banca centrale europea (Bce).
La manifestazione, indetta dalla confederazione dei sindacati irlandesi (Ictu), ha costeggiato il fiume Liffey che attraversa la capitale, per arrivare davanti all'ufficio centrale delle poste in O' Connell Street, dove nel 1916 fu dichiarata l'indipendenza dell'Irlanda. Nel corteo, lavoratori, studenti, pensionati, uniti contro il piano di austerità da 15 miliardi del governo che prevede l'eliminazione di 25.000 posti di lavoro nel settore pubblico, tagli a sussidi per la disoccupazione e assegni familiari, con il rischio di ridurre il prodotto interno lordo del 4%. Il tutto per accontentare Fmi e Bce, pronte a fornire 50 miliardi per consolidare il debito pubblico e 35 miliardi per stabilizzare i bilanci delle grandi banche dell'isola, sull'orlo del fallimento a causa dei mutui spazzatura.

«C'è una via migliore e più giusta» rispetto a quella proposta dal governo, affermavano centinaiai di cartelli gialli agitati tra il risuonare delle cornamuse da una folla da cui sono piovuti insulti contro l'impopolare premier Cowen ed il ministro delle finanze Lenihan. Nonostante il freddo pungente, la manifestazione ha superato le previsioni della vigilia in un paese non abituato alla politica di piazza. Uno spezzone di circa 500 persone ha raggiunto il Dail, la camera dei deputati, dove ci sono state alcune scaramucce della polizia e un'immagine di Cowen è stata data alle fiamme.
«Diverse generazioni di irlandesi pagheranno le conseguenze del debito» contratto dal governo, ha dichiarato il presidente della Ictu Jack O' Connor, nel comizio finale in cui diversi rappresentanti dei sindacati sono stati fischiati dalla folla, per non aver fatto abbastanza contro la politica del governo. Il segretario David Begg ha paragonato il governo a Dick Turpin, il celebre bandito inglese del '700. «Almeno Turpin quando rubava si copriva il volto», ha ironizzato Begg.

Mentre i manifestanti inondavano le strade della capitale, Cowen era in trattative con una delegazione del Fmi e della Bce per ultimare i dettagli del piano di salvataggio. Stando a indiscrezioni, al megaprestito, che verrà presentato la prossima settimana, verrebbe applicato un tasso d'interesse di oltre il 6%, ben superiore al 5,5% previsto in partenza. Se così fosse sarebbe l'ennesima umiliazione per Cowen, la cui maggioranza al Dail si è ridotta a due deputati, dopo che venerdì il Sinn Fein ha vinto le elezioni suppletive a West Donegal.

Nessun commento: