domenica 22 aprile 2007

Il mito infranto di Tony Blair

Chi più del New Labour di Blair ha ispirato la corsa verso il centro del più grande partito della sinistra italiana? Vi ricordate quando nel 1998 nel centro-sinistra italiano si vagheggiava un «Ulivo mondiale», un'alleanza ideologica e addirittura una specie di internazionale che condensasse l'esperienza politica di Blair, Clinton e dei governi di Prodi e D'Alema? Blair e il suo Labour fornirono ai Ds, ansiosi di li berarsi dell'eredità del partito comunista, il modello per una «terza via» tra socialdemocrazia europea e democratismo americano.
Ora il New Labour sembra aver perso parte del suo fascino dopo i dissapori sulla guerra in Iraq e il beneplacito di Blair all'attacco israeliano contro il Libano, che hanno segnato una distanza nella poliutica estera. Ma non sono certo le politiche economiche neoliberiste e la privatizzazione selvaggia perseguite dal governo inglese in questi anni ad aver stemperato l'ammirazione per il "compagno Tony". Anzi, questo rimane uno dei punti di riferimento nel chiacchierato pantheon del Partito democratico.
Nel frattempo il mito di Blair si è sgretolato rapidamente a casa propria. Nei prossimi giorni i laburisti si avviano a celebrare dieci anni di guida ininterrotta del paese. Ma alla vigilia delle elezioni locali del 3 maggio, e alla soglia del passaggio di consegne tra Blair e il cancelliere Gordon Brown c'è poco da festeggiare. I sondaggi danno il Labour al 29%, il livello più basso da quando Blair è diventato premier. Il numero di iscritti si è più che dimezzato dall'entrata in carica di Blair mentre il partito ha perso pezzi a sinistra con alcuni transfughi che sono confluiti nella coalizione Respect. Certo la partecipazione entusiastica al programma bushiano di guerra al terrorismo ha segnato il punto di rottura irreversibile tra il governo e parte consistente della propria base elettorale. Ma anche sull'economia comincia ad avanzare il dissenso nel paese.
Blair ha superato Thatcher
Nonostante dieci anni di crescita economica si fanno sempre più chiari i sintomi di un'aumento dell'ineguaglianza sociale. Mentre i broker della City hanno recentemente festeggiato dividendi record, i lavoratori sono colpiti dalla precarizzazione e dai blocchi all'aumento dei salari. Il 10 % per cento della popolazione ora controlla il 54% della ricchezza nazionale mentre quasi un quarto dei bambini inglesi vive sotto la soglia di povertà: peggio che nell'era Thatcher. E la catena di accoltellamenti tra ragazzini negli ultimi mesi a Londra è la spia di un malessere sociale diffuso e di una cultura consumistica che nel sottoproletariato urbano si traduce nel motto "diventa ricco o muori provandoci". Nonostante ciò il governo continua a seguire una linea centrista e nell'ultima finanziaria il cancelliere Brown ha pure eliminato lo sconto fiscale per i redditi più bassi, per finanziare un taglio delle tasse al ceto medio.
Ora anche i sindacati, fino a poco tempo fa fedeli al governo laburista sono sul piede di guerra. Il primo maggio (giorno lavorativo in Inghilterra) si fermeranno i dipendenti pubblici e le infermiere preparano il primo sciopero nazionale nella storia inglese, in un servizio sanitario nazionale che è stato trasformato in uno spezzatino di subappalti privati. Quanto all'educazione, il governo ha introdotto le tasse universitarie e ridotto le borse di studio costringendo molti studenti a ricorrere a prestiti. L'indebitamento delle famiglie è diventato una bomba a orologeria: si calcola che ammonti a oltre mille miliardi di sterline e che più di 300 persone al giorno si dichiarino insolventi.
Se non bastasse, ora il partito laburista è pure coinvolto in uno scandalo per avere ottenuto prestiti in cambio di nomine alla camera dei Lord. In questa situazione preoccupante il cancelliere Gordon Brown si avvia a una successione alla carica di premier concordata con Tony Blair, che, secondo indiscrezioni, si dimetterà il 7 maggio dopo l'ormai inevitabile batosta nelle elezioni locali.
Il voto non arride al Labour
Al momento sembra che nessuno degli altri possibili candidati alla guida del partito, il socialista John McDonnell e il progressita Michael Meacher, potranno interferire con il passaggio di consegne. Ma con l'avvicinarsi delle elezioni politiche del giugno 2009 a Gordon Brown servirà un miracolo per ottenere il quarto mandato consecutivo per il Labour. Il candidato conservatore David Cameron ha guadagnato consensi raccattando diversi punti dell'agenda laburista e presentandosi come difensore dell'ambiente, censore della gestione attuale della sanità e della scuola e portatore di un approccio solidale al problema della sicurezza. Così a forza di correre verso il centro il Labour si è fatto superare "a sinistra" dai conservatori.