domenica 10 giugno 2007

«Bloccare il G8 si può» La festa dei no global

«Abbiamo, abbiamo bloccato il G8!» Più che un corteo, quella che ha chiuso ieri a Rostock la settimana di mobilitazioni contro il G8 è stata una festa per il un successo che è andato oltre le previsioni degli stessi organizzatori. Alla porta est di Heiligendamm la gente aveva cominciato a già festeggiare l'altro ieri nell'ultima serata prima della fine dei blocchi, con la gente che ballava sulla strada «conquistata».
Celebrazioni durate tre giorni, con un'appendice conclusiva ieri sera nei campeggi, dove alle assemblee conclusive è seguita una notte di festa ai ritmi del drum'bass, mentre durante la giornata a Camp Rostock la gente aveva fatto il bagno nel gelido estuario del fiume Warnow. Lo spirito carnevalesco e di non-violenza che ha caratterizzato le proteste degli ultimi giorni è uno dei ricordi più positivi che i partecipanti si porteranno a casa dopo questa settimana anti-G8. Le immagini di gente che si mette a fare yoga davanti alla polizia alla porta ovest, degli attivisti che soffiano bolle di sapone contro i caschi dei reparti anti-sommossa e della Clown Army che irride l'apparato di sicurezza dispiegato contro i manifestanti hanno riscattato la bruttura della manifestazione di sabato con scontri che hanno fatto il gioco di chi vuole criminalizzare questo movimento.
Dopo oltre 48 ore, i blocchi attorno alla zona rossa di Heiligendamm sono stati smobilitati ieri mattina. Ma i partecipanti non hanno voluto ritirarsi in formazione sparsa. Al contrario, hanno voluto che la gente vedesse le facce di chi in questi giorni ha tenuto in scacco i collegamenti via terra verso il G8, costringendo il servizio di sicurezza ad acrobazie pur di portare giornalisti e delegati presso palazzo Kampinski, dove si sono tenuti i colloqui tra i grandi del pianeta.
E' cominciata così una specie di parata finale in cui la gente che convergeva verso la stazione di Bad Doberan era accolta dagli applausi e dalla curiosità degli abitanti che, dopo la diffidenza iniziale, ora sembra provare simpatia per questo esercito scomposto, colorato e giovanissimo. Poliziotti e attivisti che hanno giocato a guardia e ladri per due giorni si guardavano a distanza consci che ormai la partita è finita e «noi abbiamo vinto», come afferma Carolin, una attivista di Amburgo che ha partecipato al blocco di Boergerende.
«Il blocco è stato assolutamente pacifico. Una prova incredibile di non violenza nonostante la repressione della polizia: da parte nostra non c'è stato neppure uno spintone. Hanno provato a tirarci via in ogni modo con idranti e spray urticante, ma eravamo troppi e troppo forti Le persone locali ci hanno aiutato moltissimo e ci hanno portato cibo, acqua e caffè. Ora mi sento un po' triste per dover abbandonare questa gente magnifica, ma anche contenta di andare a casa mia ad Amburgo a farmi una bella doccia».
Mario, un ragazzo berlinese, spiega che questo blocco per lui è stato una specie battesimo di fuoco alla disobbedienza civile. Non mi ero mai interessato di politica, ma questi due giorni mi hanno lasciato un'impressione indelebile. Vedere tutta quella gente lottare assieme mi ha dato emozioni che non avevo mai provato prima. E pure il cibo non ci è mai mancato grazie al lavoro dei ragazzi delle cucine dei campeggi e della gente che ha fatto chilometri a piedi per portarci da mangiare».
Già da ieri sera alcune persone hanno cominciato ad abbandonare i campeggi anti-G8, molte dirette in massa a Berlino dove in questi giorni sono programmate una serie di altre azioni dirette. Per le persone che rimangono a Rostock stasera ci saranno una serie di feste sul porto e in giro per la città.
La strategia non-violenta di questi due giorni ha riguadagnato a questo movimento la fiducia della gente comune e ha dimostrato il potere che può avere l'azione coordinata e pacifica di migliaia di persone. E la gente che ha partecipato alle azioni torna a casa con il desiderio di condividere con amici e compagni l'esperienza di questi giorni ma anche con la voglia di dormire finalmente nel proprio letto dopo notti passate sull'asfalto delle strade che conducono verso la zona rossa.

giovedì 7 giugno 2007

«Il nostro obiettivo? Bloccare il summit»

L'istruttore incrocia le braccia sul petto. «Se usano i cani fate così. Non sporgete le mani in avanti altrimenti ve le mordono. In ogni caso i poliziotti cercheranno di non farvi mangiare, li useranno solo per spaventarvi». La gente ride esorcizzando la paura. In un prato di fianco all'accampamento di Reddelich, uno dei tre centri da cui partiranno gli attacchi verso la zona rossa di Heiligendamm, si svolgono le ultime sessioni di allenamento in vista dei blocchi che tenteranno di impedire lo svolgimento del G8. Diversi gruppi di attivisti discutono e si esercitano sull'erba preparandosi per le azioni di oggi.
I rappresentanti di Block G8, il network che sta coordinando la protesta contro il vertice e che ha organizzato una serie di blocchi di massa sulle strade che portano verso l'Hotel Kampinski, sede del summit, sostengono che la protesta sarà un successo anche se le persone non riusciranno a bloccare il vertice e prevedono che migliaia di persone parteciperanno alle loro azioni. Tuttavia ci sono una serie di gruppi più radicali nei campi anti-G8 che non si accontenteranno di una vittoria simbolica dopo tanta fatica e faranno di tutto per fermare il summit non solo simbolicamente.
Sin dall'alba di questa mattina decine di gruppi grandi e piccoli si saranno mossi da Camp Rostock, Wichmannsdorf e Reddelich muovendosi lungo le strade e camminando attraverso i campi e i boschi che separano questi campeggi dalla zona del vertice. L'idea è di circondare l'area separandola dalla zona circostante, bloccando l'arrivo delle delegazioni e i rifornimenti al vertice. Gli attivisti si sono organizzati con amici e compagni in gruppi di affinità o si sono aggregati alle tante formazioni organizzate. Ci sono gruppi come «i supereroi», che usano come simboli una serie di personaggi da cartoni animati, tra cui «la donna invisibile» e «captain mobility», o l'armata dei clown che si era resa famosa per una serie di blocchi durante il G8 del 2005 a Gleneagles in Scozia.
Ma ci sono anche una serie di altri gruppi più o meno organizzati che utilizzando strategie diverse tenteranno di mettere i bastoni fra le ruote al vertice. Alcuni hanno già perlustrato il percorso alla ricerca di falle nel sistema di sicurezza, attraverso le quali sperano di poter arrivare fino alla barriera di protezione e magari pure superarla. I diversi gruppi hanno anche preparato codici segreti nel linguaggio dei segni per comunicare in caso di attacco della polizia durante i blocchi. Sanno bene che in pochi arriveranno nella zona in cui hanno pianificato di svolgere la propria azione. Ma tutti proveranno a fare quanto gli è possibile per bloccare questo vertice.
Il coordinamento delle azioni è stato deciso ieri sera in assemblee «chiuse», con la speranza di evitare che la polizia venga a conoscenza troppo presto delle direzioni di azione delle diverse formazioni. Diversi gruppi utilizzeranno telefoni cellulari per coordinarsi in tempo reale e tenere assieme decine di azioni disperse. Così fino a ieri notte a camp Reddelich gli attivisti erano indaffarati nei preparativi della giornata odierna.
Con qualche avvertenza per chi si decide di passare all'azione. Mettere insieme uno zaino leggero, con cibo, un cambio di vestiti nel caso in cui si venga attaccati con spray o gas lacrimogeni, monete per chiamare il supporto legale in caso d'arresto e tanta acqua. Il necessario per resistere per 24 e anche 48 ore all'attacco delle forze di polizia, che adopereranno anche lacrimogeni e idranti di tutto pur di rimuovere i blocchi dei manifestanti. «E soprattutto non dimenticate la carta d'identità - raccomanda l'istruttore - o gli sbirri vi terranno per tutto il tempo che gli garba con la scusa di controllare la vostra identità». Nel campo di allenamento si mettono in opera le simulazioni di blocco. Le persone si mettono a terra in cerchio incrociando braccia e gambe e stringendosi l'un l'altro. Una persona fa la parte del poliziotto, tira e spinge con forza le persone sedute ma non riesce nè a separarle nè ad alzarle. Poi gli attivisti si cambiano di ruolo e ripetono la scena a parti inverse fino a che la pioggia non costringe la gente a rifugiarsi sotto le tende. Ma quest'oggi sarà molto più difficile resistere nella pratica agli attacchi della polizia. E in serata le carceri di Rostock potrebbero essere piene di gente che insiste per fare la telefonata che gli spetta di diritto.
Poi, domani, chi non sarà tra i fermati o non sarà riuscito nell'impresa di resistere più di 24 ore ai blocchi potrà partecipare a un altro appuntamento «caldo»: la «marcia a stella» che da quattro punti diversi convergerà verso la zona rossa.