lunedì 22 marzo 2010

Tra Facebook e la City, riciclando a San Marino Ecco le cosche globali

Una mafia al passo coi tempi che investe nella telefonia, fa amici su Facebook ed intermezza inglese e dialetto calabrese. Mettendo assieme i pezzi di diverse inchieste che negli ultimi due anni hanno scoperchiato traffici criminali nel settore delle telecomunicazioni, per ultima l'inchiesta Phuncards-Broker, si ricava l'immagine di 'ndrine che si sono buttate nella new economy ed oltre ai tradizionali agganci in Germania, fanno sempre più base a Londra, approfittando della mancanza di controlli efficaci contro il riciclaggio di denaro, come denunciato dall'ex presidente della commissione antimafia Francesco Forgione in una recente intervista al Guardian.

I dettagli che emergono dall'inchiesta che ha mandato in carcere Di Girolamo e Scaglia richiamano aspetti di due precedenti indagini sul settore telefonico da cui emersero prove o quantomeno indizi del coinvolgimento della 'ndrangheta: i casi Eutelia e Premium.

Nel recente caso Phuncards brokers, una rete di imprese fantasma capeggiate dagli inglesi Andrew Neave, Patrick O' Connor, Colin ed Edward Dines, avrebbe avuto un ruolo centrale nelle operazioni di riciclaggio. Giovedì scorso il Soca (Serious Organised Crime Agency), che si occupa del contrasto al crimine organizzato ha sequestrato proprietà per 25 milioni di sterline, tra cui quattro case a Londra e dintorni. Stando ai documenti dell'inchiesta, Neave e O' Connor avrebbero avuto contatti diretti con Mokbel che faceva da tramite con le cosche calabresi, e avrebbero fatto da sponda alla frode carosello. La base delle operazioni era un modesto ufficio nella West End di Londra a 50 metri da un fiorente ristorante italiano che vende prodotti tipici calabresi frequentato da Neave e O' Connor.

Molte le analogie tra questo caso e l'ormai noto caso dell'Eutelia e della finanziaria Omega, controllata dall'impresa inglese Restform. Un'impresa fantasma la cui sede di comodo in un sottoscala di una modesta palazzina a Londra fu smascherata nel novembre scorso dal manifesto. Indizi preoccupanti emersero riguardo al coinvolgimento della 'ndrangheta. Azioni di un'impresa controllata dalla fantomatica Restform furono trovate in mano a Daniele D'Apote, imprenditore edile indagato per collusione con la 'ndrangheta. Legami con la mafia calabrese che verrebbero confermati da una nuova inchiesta, l'indagine Varano condotta dalla procura della repubblica di Forlì, che sospetta che San Marino venga usata per riciclare decine di milioni di euro della 'ndrangheta nel settore della telefonia con il sistema delle fatture false.

Ed è proprio l'asse del riciclaggio San Marino-Londra l'aspetto che ritorna in un'altra indagine che mostra la 'ndrangheta intenta ad investire nelle telecomunicazioni. Nel giugno del 2008, una decina di imprese fantasma con sede a Londra a San Marino finirono nel mirino dell'inchiesta Premium della procura di Firenze, assieme all'impresa aretina Flynet, per aver truffato ignari utenti attraverso i numeri speciali 899 e 892. Responsabili per il versante britannico dell'operazione sarebbero stati i fratelli Francesco e Giuseppe Cimieri di Cirò Marina in provincia di Crotone, che assieme a Carlo Contini e al siciliano Salvatore Menzo avrebbero gestito la Plug Easy e la Global Management ltd, dove venivano trasferiti i proventi delle attività illecite. Francesco Cimieri residente a Londra sarebbe ancora latitante. Eppure continua tranquillamente ad aggiornare la propria pagina Facebook dove annovera tra gli amici giovani programmatori, operatori finanziari ed un centinaio di ragazze slave in abiti discinti.

Una storia brutta, quella dello scandalo Premium, in cui c'è scappato pure il morto. Niki Aprile Gatti, che lavorava come programmatore per la Oscorp, una delle società coinvolte, fu trovato impiccato nei bagni del carcere di Sollicciano, tre giorni dopo l'arresto. Per le autorità è uno dei tanti casi di suicidio che funestano le nostre carceri. Tuttavia secondo la madre di Gatti, il resoconto ufficiale della morte presenta alcune contraddizioni.

Ulteriori sospetti sono suscitati dal fatto che l'abitazione di Gatti a San Marino fu "ripulita" da ignoti dopo l'arresto. Gli altri 14 arrestati si avvalsero della facoltà di non rispondere. Gatti invece voleva parlare. Cosa voleva raccontare ai magistrati? L'asse San Marino-Londra, gli investimenti nelle telecomunicazioni, l'ombra della 'ndrangheta. Si tratta solo di coincidenze o c'è un disegno comune dietro questi tre scandali? Chi sapeva?