domenica 11 gennaio 2009

La marcia arrabbiata dei centomila pro-Gaza

Un boato parte dalla folla quando un grande pallone con la bandiera palestinese si alza nel cielo e spinto da un vento propizio vola sopra i cancelli dell'ambasciata israeliana, passando di fronte allo sguardo stupito della polizia. Una vittoria simbolica per una folla che ha provato per ore a farsi strada tra le file di transenne messe dalla polizia, per portare il proprio sdegno fin dentro il perimetro della sede diplomatica.

Centomila persone sono scese ieri in piazza a Londra per protestare contro l'attacco israeliano contro la striscia di Gaza, e la manifestazione, in gran parte pacifica, ha visto esplodere la rabbia
di centinaia di ragazzi arabi di seconda generazione. Una ventina di persone sono rimaste ferite negli scontri con la polizia su Kensington High Street di fronte ai cancelli dell'ambasciata di Israele.

Che non sarà un giorno tranquillo lo si è capito già dall'assembramento a Hyde Park. Sul terreno ghiacciato si è riunito un serpentone nervoso da i cui lati sono partiti nugoli di giovani
ragazzi siriani, egiziani, libanesi, palestinesi, che si sono fatti le ossa negli scontri con le forze dell'ordine vicino all'ambasciata nei giorni scorsi. La keffiah messa a coprire il viso, i cartelli branditi con forza, gli slogan gridati con rabbia, sentivano questa come la loro marcia e volevano essere loro a guidarla.

Il servizio d'ordine della coalizione contro la guerra "Stop the War", memore degli scontri avvenuti vicino all'ambasciata israeliana dopo la manifestazione di sabato scorso ha provato a contenerli. Ma non c'è stato niente da fare. I giovani arabi sono passati ai lati di ogni
tentativo di blocco e sono riusciti a mettersi in testa alla marcia.

Il percorso è stato segnato da scaramucce tra la parte più radicale della manifestazione e il cordone della polizia, che sembrava essere presa di sorpresa dall'impeto dei manifestanti. Bandiere di Hamas ed Hezbollah hanno volteggiato nelle folate di vento gelido mentre il
corteo si avvicina al perimetro dell'ambasciata. Spintoni e richiami all'ordinee dai megafoni dei bobby hanno ritmato il passo spedito di un corteo che è entrato impetuosamente nelle vie lussuose di Kensigton gridando vergogna alla violenza di Israele e alla complicità di Mubarak e degli altri leader arabi "moderati".

"Le grida che senti sono la dimostrazione di quanto la gente sia infuriata contro quello che sta succedendo a Gaza" – dice Rashid, un giovane palestinese di Nablus che sta facendo un master a Londra. "I giovani non ci stanno a fare una semplice sfilata simbolica. Vogliamo fare vedere agli israeliani che se continuano così devono fronteggiare la resistenza non solo in Palestina ma pure qui in Europa".

Così quando la testa del corteo è passata di fianco all'entrata dell'ambasciata, la parte più radicale della manifestazione si è rifiutata di continuare a camminare per raggiungere la destinazione della manifestazione, poche centinaia di metri più avanti. E' cominciato un lancio di scarpe contro i cancelli della sede diplomatica, mentre bombe di vernice hanno imbrattato i muri circostanti e fuochi d'artificio fanno fatto fare qualche sussulto ai bobby.

Dopo una serie di scaramucce e lanci di oggetti contro le forze dell'ordine, è una vetrina di uno Starbucks andata a terra e la polizia ha deciso che era ora di liberare la piazza. Sono partite due cariche violente che hanno coinvolto anche anziani e bambini: Una dal Kensington High Street, l'altra dai cancelli dell'ambasciata. La polizia in assetto antisommossa ci è andata giù pesante con le manganellate, creando un fuggi fuggi tra i manifestanti.

David Smith, portavoce di Stop the War, si è detto dispiaciuto per gli scontri "ma questo è solo il termometro della rabbia che l'attacco di Israele contro Gaza sta causando tra i giovani arabi del Regno Unito". Steven, un inglese di cinquant'anni sposato con una palestinese ha affermato - "il fatto è che siamo schifati dall'eccidio di innocenti che sta avvenendo nella striscia di Gaza, che è parte di una politica di brutale colonizzazione. Quanto meno questa manifestazione dimostra che i palestinesi non sono soli, che tanti anche qui in Inghilterra oggi si sentono palestinesi e sperano che presto la Palestina sarà libera". Per Kumru una donna inglese di origine turca - "è stata una grande manifestazione ma temo che la comunità internazionale continui a tenere gli occhi chiusi di fronte a quello che sta succedendo a Gaza. I media stanno manipolando la verità, presentandolo come una guerra tra due fazioni, quando è un attacco a senso unico."

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