martedì 21 agosto 2007

La protesta sul clima assedia Heathrow

Londra - I mulini a vento che alimentano il campeggio di protesta girano veloci sotto le nuvole increspate dalla pioggia. Il ronzio sottile delleeliche è sovrastato dal rombo degli aerei che ogni 50 secondi atterrano e decollano dall’aeroporto di Heathrow, a ovest di Londra. A poche centinaia dalla pista nord del più grande aeroporto inglese i manifestanti guardano perplessi gli aeroplani, meditando sull’incredibile quantità di anidride carbonica che producono a ogni passaggio. Ad appena cinquecento metri dalla pista nord ecco le tende dei manifestanti che si oppongono all’espansione dell’aeroporto di Heathrow - che con la costruzione di una terza pista potrebbe raddoppiare il numero di passeggeri annui entro il 2030, portandolo a 128 milioni.
Più di millecinquecento attivisti affiliati a gruppi anarchici, ambientalisti, autonomi e organizzazioni della società civile sono arrivati da tutto il Regno Unito per rivendicare la necessità dell’azione dal basso di fronte al problema dell’effetto serra. La scorsa estate gli attivisti avevano tentato di bloccare la centrale a carbone di Drax nello Yorkshire che da sola produce più anidride carbonica di decine di paesi del terzo mondo. Quest’anno invece l’obiettivo è il trasporto aereo. che oltre a essere responsabile per il 13% della produzione inglese di anidride carbonica è anche la sorgente di gas serra che sta crescendo più in fretta, vanificando i piccoli passi positivi che si stanno faticosamente facendo in altri settori.
L’aeroporto di Heathrow, responsabile di un terzo della produzione di anidride carbonica del trasporto aereo inglese, produce ogni anno tanto gas serra quanto 5 milioni di automobili. Per denunciare l’assurdità del progetto di espansione oggi i manifestanti si dirigeranno verso l’area dove dovrebbe sorgere la nuova pista di atterraggio, e si disporranno lungo il terreno per segnarne simbolicamente con i propri corpi il futuro tracciato. Porteranno sulle mani le pagine del rapporto pubblicato dal Tyndall Center for Climate Research, che denuncia i rischi connessi all’espansione dell’industria del trasporto aereo, e una serie di cartelli che recitano quello che è diventato il motto di questo campeggio di protesta: «Siamo armati soltanto di scienza».
Nel pomeriggio il corteo si dirigerà verso il quartier generale di Baa, la compagnia proprietà della multinazionale spagnola Ferrovial responsabile della gestione dell’aeroporto, che ha tentato inutilmente di bloccare la protesta. Gruppi autonomi e coalizioni locali adotterano una strategia non-violenta e cercheranno di filtrare attraverso le linee di polizia, tentando di penetrare negli uffici e di bloccarli fino a lunedì mattina. Fronteggeranno forze dell’ordine che hanno già arrestato decine di persone e sono state autorizzate dal governo a utilizzare le leggi speciali contro il terrorismo pur di fermare gli attivisti.
«In ogni caso non vogliamo creare disturbi al traffico aereo o al traffico stradale - spiega Peter, uno dei ragazzi del centro stampa del campeggio. - Non ce l’abbiamo con i passeggeri ma con chi sta facendo profitti incredibili senza preoccuparsi delle conseguenze disastrose dei gas serra prodotti dal trasporto aereo».
Gli abitanti locali che lottano da anni contro l’espansione dell’aeroporto hanno accolto con curiosità e speranza l’arrivo di questa coalizione colorata. Magda, un’anziana abitante del villaggio di Sipson che verrà cancellato dalla costruzione della terza pista dell’aeroporto di Heathrow, mostra ai ragazzi foto d’epoca dell’abitato: il vecchio ufficio della posta, la chiesa, caseggiati del settecento: saranno tutti spazzati via assieme a settecento case su un area di oltre trecentocinquanta ettari.
«Qui abbiamo la nostra casa e i nostri affetti. Alla Baa non gliene importa niente. Questi ragazzi sono molto diversi da noi per ideali e stile di vita ma sono gli unici che ci stanno dando una mano per fare qualcosa. Temo che il progetto non si fermerà. In ogni caso è importante che continuiamo a protestare, questo è un messaggio chiaro per il governo», dice Magda.
La manifestazione è il prodotto di un movimento sociale che sta facendo breccia nell’opinione pubblica britannica e nella stampa progressista, e che sta mettendo in imbarazzo le lobby dell’industria del trasporto aereo. Di fronte all’ipocrisia di un governo che a lato di impegni formali altisonanti contro l’effetto serra ha caldeggiato l’espansione di una serie di aeroporti inglesi tra cui Stansted, Manchester e Birmingham, la campagna contro il cambiamento climatico sta offrendo a gruppi e individui un’occasione per agire in maniera diretta contro le cause dell’effetto serra e sviluppare proposte alternative Il campeggio vuole essere anche uno spazio dove sperimentare tecnologie sostenibili.
Oltre ai mulini a vento, 36 pannelli solari sono l’unica sorgente di energia per le apparecchiature elettriche, i rifiuti vengono riciclati rigorosamente, feci e urine sono utilizzati per produrre compost, mentre il cibo che viene servito è rigorosamente vegano e biologico. E le decisioni seguono il metodo del consenso. Visto dai finestrini degli aerei che riportano i turisti inglesi da vacanze in località soleggiate, il campeggio di protesta forse potrà sembrare un angolo folle del pianeta che sarà presto spazzato via dalle ragioni dell’espansione economica.
Ma le foto dei villaggi dello Oxfordshire allagati dalle pioggie torrenziali di quest’estate, che occupano le pareti delle tende del campeggio, sono un monito sul fatto che l’effetto serra è gia qui e che le conseguenze anche economiche saranno molto più alte del costo che bisogna affrontare per ridurre le emissioni di gas serra.
Come ricorda Martin, un ragazzo venuto dal Sussex: «Abbiamo poco tempo per agire, dieci, al massimo quindici anni. E questo mondo non ha uscite di sicurezza».

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