giovedì 7 giugno 2007

«Il nostro obiettivo? Bloccare il summit»

L'istruttore incrocia le braccia sul petto. «Se usano i cani fate così. Non sporgete le mani in avanti altrimenti ve le mordono. In ogni caso i poliziotti cercheranno di non farvi mangiare, li useranno solo per spaventarvi». La gente ride esorcizzando la paura. In un prato di fianco all'accampamento di Reddelich, uno dei tre centri da cui partiranno gli attacchi verso la zona rossa di Heiligendamm, si svolgono le ultime sessioni di allenamento in vista dei blocchi che tenteranno di impedire lo svolgimento del G8. Diversi gruppi di attivisti discutono e si esercitano sull'erba preparandosi per le azioni di oggi.
I rappresentanti di Block G8, il network che sta coordinando la protesta contro il vertice e che ha organizzato una serie di blocchi di massa sulle strade che portano verso l'Hotel Kampinski, sede del summit, sostengono che la protesta sarà un successo anche se le persone non riusciranno a bloccare il vertice e prevedono che migliaia di persone parteciperanno alle loro azioni. Tuttavia ci sono una serie di gruppi più radicali nei campi anti-G8 che non si accontenteranno di una vittoria simbolica dopo tanta fatica e faranno di tutto per fermare il summit non solo simbolicamente.
Sin dall'alba di questa mattina decine di gruppi grandi e piccoli si saranno mossi da Camp Rostock, Wichmannsdorf e Reddelich muovendosi lungo le strade e camminando attraverso i campi e i boschi che separano questi campeggi dalla zona del vertice. L'idea è di circondare l'area separandola dalla zona circostante, bloccando l'arrivo delle delegazioni e i rifornimenti al vertice. Gli attivisti si sono organizzati con amici e compagni in gruppi di affinità o si sono aggregati alle tante formazioni organizzate. Ci sono gruppi come «i supereroi», che usano come simboli una serie di personaggi da cartoni animati, tra cui «la donna invisibile» e «captain mobility», o l'armata dei clown che si era resa famosa per una serie di blocchi durante il G8 del 2005 a Gleneagles in Scozia.
Ma ci sono anche una serie di altri gruppi più o meno organizzati che utilizzando strategie diverse tenteranno di mettere i bastoni fra le ruote al vertice. Alcuni hanno già perlustrato il percorso alla ricerca di falle nel sistema di sicurezza, attraverso le quali sperano di poter arrivare fino alla barriera di protezione e magari pure superarla. I diversi gruppi hanno anche preparato codici segreti nel linguaggio dei segni per comunicare in caso di attacco della polizia durante i blocchi. Sanno bene che in pochi arriveranno nella zona in cui hanno pianificato di svolgere la propria azione. Ma tutti proveranno a fare quanto gli è possibile per bloccare questo vertice.
Il coordinamento delle azioni è stato deciso ieri sera in assemblee «chiuse», con la speranza di evitare che la polizia venga a conoscenza troppo presto delle direzioni di azione delle diverse formazioni. Diversi gruppi utilizzeranno telefoni cellulari per coordinarsi in tempo reale e tenere assieme decine di azioni disperse. Così fino a ieri notte a camp Reddelich gli attivisti erano indaffarati nei preparativi della giornata odierna.
Con qualche avvertenza per chi si decide di passare all'azione. Mettere insieme uno zaino leggero, con cibo, un cambio di vestiti nel caso in cui si venga attaccati con spray o gas lacrimogeni, monete per chiamare il supporto legale in caso d'arresto e tanta acqua. Il necessario per resistere per 24 e anche 48 ore all'attacco delle forze di polizia, che adopereranno anche lacrimogeni e idranti di tutto pur di rimuovere i blocchi dei manifestanti. «E soprattutto non dimenticate la carta d'identità - raccomanda l'istruttore - o gli sbirri vi terranno per tutto il tempo che gli garba con la scusa di controllare la vostra identità». Nel campo di allenamento si mettono in opera le simulazioni di blocco. Le persone si mettono a terra in cerchio incrociando braccia e gambe e stringendosi l'un l'altro. Una persona fa la parte del poliziotto, tira e spinge con forza le persone sedute ma non riesce nè a separarle nè ad alzarle. Poi gli attivisti si cambiano di ruolo e ripetono la scena a parti inverse fino a che la pioggia non costringe la gente a rifugiarsi sotto le tende. Ma quest'oggi sarà molto più difficile resistere nella pratica agli attacchi della polizia. E in serata le carceri di Rostock potrebbero essere piene di gente che insiste per fare la telefonata che gli spetta di diritto.
Poi, domani, chi non sarà tra i fermati o non sarà riuscito nell'impresa di resistere più di 24 ore ai blocchi potrà partecipare a un altro appuntamento «caldo»: la «marcia a stella» che da quattro punti diversi convergerà verso la zona rossa.

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