Ora ci sono pure tre testimoni a farsi avanti con nome e cognome e lo dicono chiaro e tondo: Ian Tomlinson - l'uomo morto durante le proteste contro il G20, mercoledi scorso a Londra - è caduto per mano della polizia. I tre hanno visto l'uomo, 47 anni, padre di una famiglia numerosa, che lavorarava come giornalaio nella City, venire colpito ripetutamente dalle manganellate di un reparto anti-sommossa prima di essere spinto violentemente a terra, dove avrebbe sbattuto la testa, pochi minuti prima di morire d'infarto alle 7.25. A quest'ultima circostanza si è appesa la versione ora sempre più traballante offerta dalla polizia, che dopo l'autopsia continua a sostenere che Tomlinson sarebbe morto per «cause naturali».
I nuovi dettagli sulla morte di Tomlinson sono emersi dopo che domenica scorsa tre testimoni dell'accaduto si sono presentati alla IPCC (Independent P olice Complaints Commission), la commissione indipendente che si occupa di esaminare le denunce dei cittadini contro la polizia.
Anna Branthwaite, 36 anni, fotografa del quartiere di Southwark, Kezia Rolfe, 27 anni, ricercatrice che abita a Stoke Newington, e Amiri Howe, 24 anni, un attore che vive nel nord di Londra, si trovavano in diversi punti nella zona attorno alla strada di Cornhill, vicino alla banca d'Inghilterra nei minuti precedenti alla morte. Due dei testimoni hanno riconosciuto l'uomo da una foto pubblicata sul Guardian, venerdi scorso. Un'altra foto della vittima uscita negli ultimi giorni sulla stampa inglese mostra l'uomo accasciato a pochi metri da una fila di polizia anti-sommossa in atteggiamento minaccioso.
Le dichiarazioni rilasciate dai testimoni sono un colpo pesante per la polizia inglese che è da giorni nell'occhio del ciclone per i metodi violenti con cui ha cercato di mettere a tacere una folla risoluta ma in gran parte pacifica che protestava contro la catastrofe economica prodotta dalle speculazioni finanziarie. I nuovi dettagli sulla vera dinamica della morte di Tomlinson giungono dopo giorni in cui i la polizia inglese ha dato vita ad un vero e proprio black-out informativo sull'accaduto.
Ma le nuove conferme sulla responsabilità della polizia promettono di fornire nuova legna alla rabbia di manifestanti finiti nel mirino di una repressione poliziesca senza precedenti nell'ultimo decennio. Per denunciare l'accaduto, sabato scorso centinaia di persone hanno protestato di fronte alla stazione di polizia di Bethnal Green , nell'est di Londra mentre nuove manifestazioni di protesta si annunciano per i giorni a venire.
La morte di Ian Tomlinson è l'evento piu eclatante di una vasta azione repressiva in cui - come documentano diversi filmati pubblicati in questi giorni su You tube - gruppi di manifestanti a mani alzate e volto scoperto sono stati circondati e picchiati selvaggiamente. La polizia inglese ha pure ricorso ai Taser, le pericolose pistole elettriche gia' responsabili per diverse morti. Durante lo sgombero violento del Convergence centre in cui dormivano diversi manifestanti una persona è stata mancata per un soffio da una scarica elettrica.
Il livello di violenza dispiegato dalle forze dell'ordine durante le proteste per il G20 potrebbe rivelarsi come una prova generale della risposta repressiva che le forze dell'ordine di Sua maestà preparano per le grandi proteste che gia si intravedono nei prossimi mesi, mentre giorno dopo giorno la crisi economica continua a mietere vittime attraverso l'isola, e dopo un decennio di relativa pace sociale gli inglesi si rimettono pure ad occupare le fabbriche.
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