«Prima ci hanno detto che non c'era stato nessun contatto con la polizia. Poi ci hanno detto che era morto per infarto. Adesso sappiamo che è stato violentemente assalito da un agente ed è morto per emorragia interna. Speriamo che un giorno sia finalmente possibile ricostruire tutta la verità sulla morte di Ian».
La dichiarazione indignata della famiglia di Tomlinson riflette l'incredulità e la rabbia di fronte alle bugie della polizia inglese, dopo che il risultato della seconda autopsia ha gettato nuovo fango sul blasone di Scotland Yard. Ian Tomlinson, il giornalaio della City, deceduto durante le proteste contro il G20, nella sera del primo aprile, è morto per «emorragia addominale» e non per cause naturali, come sostenuto in un primo momento. Così per l'agente responsabile della morte - che ieri è stato finalmente interrogato sulla vicenda, ma di cui ancora non si conoscono le generalità - si fa sempre più probabile l'accusa di omicidio preterintenzionale. Un reato per cui in Inghilterra il massimo della pena è l'ergastolo.
I risultati del secondo esame post-mortem sono stati resi noti ad oltre una settimana di distanza dalla nuova autopsia, a conferma dell'imbarazzo che il caso sta creando alle forze dell'ordine d'oltremanica. Nonostante il linguaggio anodino, dal documento traspare un ribaltamento completo dei risultati del primo esame. Per il dottor Nat Cary, incaricato della nuova verifica, nonostante il cadavere di Ian Tomlinson mostri un indurimento delle arterie, il decesso non è dovuto ad infarto ma ad «emorragia addominale», la cui causa - si affretta a chiarire il comunicato - «non è ancora accertata». Il documento svela pure come già nella prima autopsia - condotta dal dottor Freddy Patel - fosse stata ravvisata «una sostanziale presenza di sangue nella cavità addominale». Perché la tesi dell'infarto allora? Un semplice errore o qualcosa di più?
Così in molti adesso si chiedono se la prima autopsia non sia stata manipolata dalla polizia. Ad alimentare i sospetti è la scelta come responsabile di un esame tanto delicato, di Freddy Patel, un dottore che in passato era già finito sotto inchiesta. Nel 1999 Patel fu multato dall'ordine dei medici dopo aver fatto trapelare dettagli privati su Roger Sylvester, un trentenne nero, morto in circostanze dubbie dopo essere stato fermato dalla polizia. Nel 2002 invece il dottor Patel dichiarò come morte per cause naturali, quella di Sally White una ragazza di 38 anni, rinvenuta dalla polizia nella camera da letto del maniaco Anthony Hardy, che successivamente uccise altre due ragazze. Una storia professionale discutibile che sembra ora destinata a macchiarsi di nuovo.
Il risultato della seconda autopsia giunge a due settimana dal decesso, dopo giorni durante i quali la versione sostenuta dalla polizia è già stata contraddetta da filmati che mostravano Tomlinson venire manganellato e cadere violentemente a terra dopo uno spintone alle spalle. Negli ultimi giorni su Internet sono comparsi nuovi filmati che forniscono ulteriori dettagli sulla morte di Tomlinson e illustrano altri casi di violenza della polizia contro i manifestanti durante le proteste attorno alla Banca d'Inghilterra. Mentre lo scandalo sulla brutalità della polizia contro i manifestanti del G20 viene alimentato ogni giorno da nuove rivelazioni, nessuna conseguenza ha toccato fino ad ora i vertici delle forze dell'ordine che hanno coordinato la repressione delle proteste.
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