Le cime delle funi volano sopra il recinto elettrificato che protegge la centrale a carbone di Ratcliffe-on-Soar, vicino a Nottingham, di proprietà della multinazionale E.on.
Piccoli arpioni montati sui capi si agganciano attorno ai pali della barriera e gruppi di ragazzi cominciano a tirare la fune urlando: «Mai più carbone». «Centrali come queste sono dei dinosauri - protesta Tom, 25enne arrivato da Londra per partecipare alla protesta -: sono una tecnologia vecchia e dannosa. È ora che i governi cambino la maniera in cui produciamo energia».
I pali verdi cominciano a piegarsi sotto l'impeto dei manifestanti, mentre tenaglie aprono buchi nella rete. Ma dentro il perimetro della centrale elettrica le giacchette catarifrangenti della polizia fanno muro chiudendo ogni breccia. Arrestano i pochi attivisti che riescono a filtrare o a scavalcare la barriera. E la montagna di carbone che alimenta le ciminiere della centrale a carbone rimane un nemico vicino ma al tempo stesso irraggiungibile.
In oltre mille hanno preso parte ieri alla protesta per denunciare la follia delle centrali a carbone, il combustibile che produce la maggior quantità di anidride carbonica. «Sono qui perché ho due figli di cinque ed undici anni - racconta James, assistente sociale di Bedford -. Centrali come questa stanno distruggendo il loro futuro. Il pianeta in cui loro vivranno sarà molto più inospitale di quello in cui sono vissuto io».
Organizzati in quattro blocchi differenti, si sono radunati nei boschi e nei campi vicini alla centrale per poi dirigersi - guidati da messaggi diffusi via sms e su twitter - verso diversi punti del perimetro. Intorno all'una i primi drappelli sono giunti in prossimità del cancello principale ed i gruppi più radicali hanno cominciato ad abbattere le barriere innalzate in previsione della protesta.
Poi, alle due, un gruppo di alcune decine di attivisti è riuscito a sfondare in prossimità della grande ciminiera che ogni anno immette nell'atmosfera oltre sei milioni di tonnellate di Co2 ma è stato bloccato dagli agenti prima che potesse sabotare l'impianto.
Un nuovo tentativo di sfondamento di massa attorno alle 3 ha visto uno scontro fisico tra la polizia e i manifestanti. Un agente e diversi attivisti sono stati portati via in ambulanza. Decine i detenuti.
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