Londra è la sede di alcune delle principali ong che si occupano del problema della povertà nel Terzo Mondo. La London Coalition Against Poverty (Lcap) - un gruppo di azione civica che è stato fondato ad Hackney un'anno e mezzo fa - invece si occupa della povertà che imperversa qui e ora nell'angolo nord-est della «capitale del capitale».
Il quartiere popolare, nella zona nord-orientale di Londra, confina con la zona in cui si stanno costruendo le principali strutture per le Olimpiadi del 2012. E con i cantieri olimpici è arrivata pure la gentrificazione, sotto la forma di progetti di rigenerazione urbana che tentano di far affluire abitanti ad alto reddito. Nonostante la cattiva nomea di una zona in cui si trova il famoso «Murder Mile», un miglio quadrato con un'altissima incidenza di omicidi e violenze, gli investitori sperano di riuscire a fare qui quello che ha avuto successo in molte altre zone: trasformare una zona popolare nel nuovo quartiere alla moda per la classe creativa e i lavoratori del settore finanziario.
L'aumento degli affitti, portato dalla speculazione edilizia, sta peggiorando le condizioni di vita di un quartiere che già prima faceva fatica ad arrivare alla fine del mese. Il primo sintomo del degrado sociale è l'alto numero di senza tetto che vivono nell'area, persone a cui viene negata ogni forma di assistenza, in un quartiere che è stato governato per decenni dal Labour Party. «Le autorità locali, che sono gli organismi preposti ad aiutare i senza tetto, negano loro un diritto alla casa che viene sancito dalla legge», spiega Carl Taylor, segretario di Lcap. «Noi chiediamo a questi enti di fare semplicemente quello che è un loro obbligo fondamentale».
Quali sono le autorità responsabili per il problema dei senza tetto?
Ogni sobborgo della città ha un ente chiamato unità per i senza tetto. Questi enti dovrebbero fornire ai senza tetto un'abitazione se rispondono a una serie di criteri di vulnerabilità. In realtà fondamentalmente questi uffici non fanno altro che scacciare le persone, cercando cavilli burocratici per evitare che si iscrivano al registro dei senza tetto. Secondo la legge britannica le persone hanno dei diritti fondamentali quando perdono la casa. Ma questi diritti non vengono rispettati.
Non ci dovrebbero essere posti nelle case popolari per i senza tetto?
In teoria sì, ma le liste di attesa sono interminabili. Questo è il risultato di anni di svendita dell'edilizia pubblica. Le case popolari sono state quasi completamente privatizzate così i senza tetto sono costretti a vivere per strada. E spesso si tratta di persone in condizioni estreme, gente ammalata, persone vittime di angherie e violenze. Molti di questi vanno a riempire gli ostelli per i senza tetto gestiti dalle Ong, che spesso sono sovraffollati o in cattive condizioni.
Come state agendo contro questa situazione?
Quello che facciamo è una strategia a metà tra supporto legale ed azione diretta. Da un lato offriamo ai senza tetto consulenza per le questioni burocratiche. Dall'altro le sosteniamo direttamente presentandoci in massa davanti all'ufficio, quando devono fare il colloquio con gli impiegati dell'unità per i senza tetto.
Questo è un modo per dare coraggio alle persone che spesso si sentono impotenti di fronte ai dinieghi della burocrazia. Inoltre ci permette di fare pressione sulle autorità locali, perché possiamo dimostrare che stanno violando la legge. I risultati sono evidenti, gli enti preposti sono infastiditi da questo tipo di azione e sono diventati molto più reattivi alle nostre richieste.
Con il crollo del mercato immobiliare la situazione abitativa è destinata a peggiorare?
Da un lato c'è un crollo dei prezzi delle case, quindi uno potrebbe pensare che diventi più facile per le persone acquistare una casa. In realtà chi sta approfittando di questo calo dei prezzi sono le compagnie immobiliari e le organizzazioni abitative (Housing Associations) che già gestiscono le ex case popolari. Le persone comuni in questo momento non hanno assolutamente soldi per approfittare del crollo del mercato.
Cosa possono fare le autorità locali per risolvere la situazione della casa?
Le autorità locali in base alla legge possono requisire case private vuote per coprire l'emergenza abitativa. Questo di nuovo è un diritto sancito dalla legge. Tuttavia questa opzione al momento è ancora improbabile, almeno fin al momento in cui il diritto di proprietà continuerà a venire prima del diritto alla casa.
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