DUBLINO. Ventiquattro ore. Tanto è passato tra la richiesta di un megaprestito fatta dal primo ministro irlandese Brian Cowen del Fianna Fail e l'implosione del suo impopolare governo. Dopo l'annuncio, fatto domenica notte, del lancio di un piano di salvataggio da 90 miliardi di euro, sponsorizzato dal Fondo monetario internazionale e dalla Banca centrale europea, ieri sera il primo ministro, sotto pressione da parte degli alleati Verdi, è stato costretto a promettere lo scioglimento del parlamento dopo la discussione della finanziaria in parlamento il prossimo 7 Dicembre.
«Nell'interesse degli elettori non possiamo permetterci ritardi né dubbi sui passi necessari da intraprendere per assicurare il nostro futuro economico e finanziario» ha dichiarato Cowen nella serata ieri. Poi il primo ministro si è appellato a tutte le forze politiche nel chiedere l'approvazione della finanziaria, per «non arrecare ulteriori danni al paese». Ma ora anche la finanziaria da 4 miliardi di tagli, e l'annesso piano di aggiustamento da 15 miliardi, che verranno discussi il 7 dicembre rischiano di saltare, dopo alcune defezioni annunciate ieri da parte di alcuni deputati che sostenevano una maggioranza già molto risicata, mentre gli speculatori sono tornati all'attacco dei buoni del tesoro irlandesi.
L'annuncio di Cowen è arrivato dopo che nella prima mattinata di ieri i Verdi, che da quattro anni sono al governo con il Fianna Fail, avevano chiesto elezioni anticipate pur promettendo l'approvazione della finanziaria per «senso di responsabilità verso i cittadini irlandesi». «I cittadini si sentono ingannati e traditi» aveva affermato John Gormley, ministro dell'ambiente e leader del partito, decisivo per la maggioranza dell'esecutivo in parlamento denunciando di essere stato tenuto all'oscuro del piano di salvataggio. La crisi di governo è scatenata dopo che domenica notte il primo ministro Brian Cowen e il ministro delle finanze Lenihan avevano infine ammesso ufficialmente quello che tutti già sapevano. Il piano di salvataggio finanziaria si farà: per «garantire liquidità al sistema bancario» e «stabilizzare l'economia». Quanto alla cifra i due hanno solo lasciato intendere che sarà di poco inferiore a 100 miliardi sterline, molto i più dei 60 o 80 miliardi di cui si parlava solo la settimana scorsa. Subissati dalle domande dei giornalisti Cowen e Lenihan non hanno concesso nessuno scusa. «Mi spiace che le persone pensino che le ho ingannate - si è limitato ad affermare Lenihan -. Di sicuro io non le ho ingannate e nemmeno il governo lo ha fatto». Sulla stessa linea il primo ministro Cowen che ha risposto: «Non sono l'uomo nero che state cercando» a Vincent Browne dell'Irish Times che gli aveva chiesto se non si sentiva responsabile per aver «fottuto» il paese.
Ora tutta l'attenzione è focalizzata sul 7 dicembre, quando il governo presenterà in parlamento la finanziaria e l'annesso piano di aggiustamento quadriennale che il governo considera vitale per ristabilire la fiducia nei mercati finanziari. Ma al governo di Cowen che controllava solo 82 deputati contro i 79 dell'opposizione, potrebbero mancare i numeri dopo che ieri i deputati indipendenti Lowry e Healy-Rae, che sostenevano il governo hanno lasciato intendere che voteranno contro, e se - come tutti prevedono - il Fianna Fail perderà un altro deputato alle elezioni suppletive di giovedì prossimo a West Donegal.
Per l'Irlanda, in cui ieri sono esplose le proteste, ora si preannuncia un periodo politico di instabilità con gli speculatori finanziari che sono tornati ad attaccare i buoni del tesoro irlandese, schizzati verso l'alto dopo l'annuncio del piano di salvataggio e l'apertura della crisi di governo. Le elezioni previste per il prossimo gennaio potrebbero segnare un ritorno al governo dei laburisti, che ieri con il loro leader Eamon Gilmore hanno affermato che il governo «aveva ormai da tempo superato la data di scadenza».
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