Vetrine che cadono in frantumi, sotto i colpi di sassi, bastoni, e calci, con i cocci che finiscono sull'asfalto illuminati dal bagliore arancione dei fumogeni e dalle fiamme di un falò alimentato da cartelli e striscioni. Un ostacolo che si infrange sotto la pressione di una folla infuriata, che si fa largo tra poliziotti sguarniti e impauriti e invade l'entrata dell'edificio lanciando grida di gioia e improvvisando danze scalmanate tra poltrone e schermi a cristalli liquidi. Non siamo ai piedi dell'Acropoli, nell'Atene in stato di sommossa permanente, ma a Londra, sulle algide sponde del Tamigi, all'entrata del cupo grattacielo di Millbank, sede del Partito conservatore al governo da poco meno di un anno. È contro questo simbolo della politica di austerità, che migliaia di studenti britannici si sono scagliati ieri pomeriggio, al termine di una grande manifestazione contro i tagli all'università che ha visto la partecipazione di almeno 50 mila persone.
In conclusione di una giornata storica, e una mobilitazione con pochi precedenti in un paese in cui il movimento studentesco è stato tradizionalmente più debole di quello del continente, un gruppo di alcune migliaia di manifestanti ha circondato la sede dei Tory. In duecento sono riusciti ad occupare l'atrio, e una trentina si è inerpicata fino al tetto del palazzo da cui hanno calato striscioni contro il programma di tagli all'università. Solo dopo quattro ore reparti di agenti anti-sommossa sono riusciti a riprendere il controllo della situazione sgomberando l'edificio. In serata la polizia conterà una ventina di feriti tra manifestanti e agenti.
La manifestazione partita a mezzogiorno di fronte a Downing Street, era stata indetta dalla Ucu (University and College Union), il sindacato dei professori universitari, e dalla Nus (National Union of Students), il sindacato unitario degli studenti. Obiettivo: fermare il progetto di tagli da oltre 3 miliardi di sterline al sistema universitario britannico e il piano di aumento delle tasse per gli studenti per cui il governo di coalizione di Conservatori e Liberaldemocratici vuole innalzare il limite massimo a quota 9 mila sterline all'anno.
Nel corteo che passa davanti alle sedi del potere di Wesminster, tra pupazzi di avvoltoi giganti, e volti insanguinati stile Halloween, impazzano gli slogan contro i Tory «schifosi» e contro Clegg il leader dei liberaldemocratici bollato come «traditore». Sally una studentessa ventenne dell'università di Nottingham brandisce un cartello che reca una foto dell'attuale vice-primo ministro libdem quando alla vigilia delle elezioni firmò la promessa che si sarebbe opposto all'aumento delle tasse universitarie. «Aveva promesso di essere diverso. Si è dimostrato bugiardo come gli altri politici se non peggio». Sara, una studentessa al Camberwell College of Arts, è venuta alla manifestazione per protestare contro la decisione di tagliare completamente i fondi alla didattica per le materie umanistiche e sociali - «chi l'ha detto che il paese ha bisogno solo di ingegneri e scienziati?».
A fianco degli studenti molti professori, che rischiano di perdere il posto di lavoro, a causa del piano di riforma. Per Kirsten che sta finendo il dottorato in studi culturali al Goldsmiths College «a pagare più di tutti saranno i giovani ricercatori. Dopo la fatica del dottorato rischio di trovarmi senza lavoro. Stanno trasformando l'educazione universitaria in un grande McDonald».
Gli scontri con la polizia cominciano quando verso le due in duecento valicano il recinto del parlamento, e inscenano un sit-in ai piedi del Big Ben. La polizia che aveva preso sotto gamba la manifestazione, come ammesso in serata dal direttore di Scotland Yard Paul Stephenson, fa fatica a tenerli a bada. Poi verso le due e mezza circa diecimila persone riescono a raggiungere il grattacielo di Millbank dove si trova la sede dei Tory. Né il servizio d'ordine della manifestazione, né i pochi poliziotti messi a guardia dell'edificio riescono ad evitare l'occupazione da parte del blocco più militante del corteo, da cui in serata si dissocieranno gli organizzatori della protesta.
Il successo della manifestazione di ieri è una pessima notizia per Cameron che pure in Cina, dove si trova in visita ufficiale, ha dovuto rispondere a critiche contro il piano di riforma dell'università. I liberaldemocratici, la cui sede è stata presa di mira da alcuni manifestanti si trovano in grandissimo imbarazzo dopo il voltafaccia nei confronti degli studenti. Una ventina di parlamentari libdem hanno annunciato che voteranno contro il piano di riforma quando verrà discusso ai Commons a fine mese. E se il fronte del no dentro i libdem guadagnasse nuovi aderenti per la coalizione Lib-Con potrebbe essere una sconfitta pesantissima e forse l'inizio della fine.
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