Auto con chauffeur da Cheshire a Londra: 446 sterline. Spese di giardinaggio nella tenuta di campagna: 5.600 sterline. Pulizia del fossato di una villa del '600: 2.000 sterline. Riparazioni per il campo da tennis: 2.100 sterline. Tutto a carico di contribuenti strangolati dalla crisi globale. Rivelazioni su queste e altre spese fatte da parlamentari conservatori dai gusti raffinati hanno spostato la bufera sui rimborsi per gli onorevoli verso l'ala destra della Camera dei Comuni, costringendo il leader tory David Cameron a correre ai ripari e ordinare ai membri del governo-ombra (compreso se stesso) di restituire i soldi.
Il leader dei conservatori è intervenuto per porgere pubbliche scuse ed evitare che dopo il governo anche l'opposizione venga travolta dal caso, esploso cinque giorni fa con una serie di rivelazioni del Daily Telegraph. Grazie alle (costose) informazioni di una talpa negli uffici della Camera il quotidiano ha messo a nudo i rimborsi facili ottenuti dai membri del governo, dalle 6.500 sterline rimborsate a Brown per spese di pulizia nella propria abitazione a decine di migliaia di sterline ottenute per le spese di casa da diversi ministri.
Gli onorevoli britannici percepiscono uno stipendio di 63mila sterline all'anno, oltre al quale hanno diritto - come quelli di casa nostra - a rimborsi per spese «che si rendano necessarie per l'adempimento delle proprie funzioni». A regolare il sistema ci pensa il «libro verde», un manuale che detta cosa si può rimborsare e cosa no. Ma stando alle rivelazioni di questi giorni, le regole sono rimaste lettera morta.
Il dibattito sui rimborsi dei parlamentari in Gran Bretagna va avanti dal 2007, dopo che alcune associazioni di contribuenti come la Taxpayers Alliance misero sotto accusa un sistema che costa ogni anno al contribuente 80 milioni di sterline. Il caso è stato riaperto due mesi fa con le accuse lanciate contro il ministro degli interni Jacqueline Smith per irregolarità nei contributi per la seconda casa. Emerse come tra i rimborsi fossero finiti pure cinque film a luci rosse acquistati dal marito.
Se i conservatori sono stati scottati dalla vicenda, sono i laburisti a pagare le conseguenze piú pesanti. L'indignazione suscitata nell'opinione pubblica potrebbe dare il colpo di grazia al governo Brown, che sta andando a picco nei sondaggi. Nel partito aumenta il panico in vista delle europee di giugno. Ora pure il Guardian, quotidiano di riferimento del partito, si e fatto avanti per sfiduciare il primo ministro con la sua editorialista Polly Toynbee. Per l'impopolarissimo Brown che ha cercato di difendersi di fronte allo scandalo anche con un video su Youtube, ci mancava solo questa.
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